Pet therapy, cani escono dai canili comunali di Roma per essere di supporto agli anziani

SuperAbile INAIL,  18/10/2011

 E’ il progetto “Umberto D” promosso da Roma Capitale e dall’associazione Con fido nel cuore. Tre le fasi, dall’individuazione alla formazione dei cani da parte di un ‘pet operator’ fino all’adozione da parte dell’anziano all’interno della casa di riposo

ROMA – Grazie all’impiego di educatori, comportamentisti e veterinari, cani non più giovani saranno rieducati e impiegati in attività di pet therapy rivolte agli anziani residenti in case di cura di Roma e provincia. Il progetto, presentato oggi in Campidoglio, si chiama “Umberto D” (nome ispirato al film del 1952 di Vittorio De Sica in cui il cane Flaik salva dal suicidio il protagonista Umberto) ed è promosso da Roma Capitale e dall’associazione Con fido nel cuore. L’obiettivo è duplice: aiutare gli anziani e svuotare i canili comunali. Sono interessati, infatti, in via sperimentale 10 cani che erano in carico presso strutture dell’amministrazione capitolina. Testimonial dell’iniziativa l’attrice Loredana Cannata. “Un progetto concreto, di estrema passione che verrà confermato anche l’anno prossimo” spiega l’assessore all’Ambiente, con delega alla tutela degli animali, Marco Visconti, che sottolinea “le difficoltà per realizzare un’iniziativa del genere su una tematica così importante e delicata”. “La presenza di un animale nelle strutture può apportare numerosi benefici e vantaggi ai pazienti – dice il presidente della Commissione Ambiente e diritti degli animali Andrea De Priamo -. Il progetto ha una forte valenza sociale e permette a cani con scarse possibilità di adozione di trovare una nuova casa”. Nel dettaglio, sono tre le fasi del progetto “Umberto D”. La prima consiste nell’individuazione sia delle strutture di accoglienza, sia dei cani anziani adatti a diventare co-terapeuti, sulla base di requisiti comportamentali. Nella seconda fase l’animale viene ospitato a casa del “Pet operator”, il quale si occupa della sua custodia e formazione fin quando non è pronto per l’adozione definitiva nella casa di riposo. Durante questo periodo il personale della struttura ospitante viene formato per essere in grado di gestire il cane. L’animale poi – e questa è la terza fase – viene inserito all’interno della casa di riposo, attrezzata adeguatamente per accoglierlo. Da questo momento in poi, il “Pet operator” svolge controlli periodici per verificare le condizioni del cane adottato, accertando il suo stato di integrazione e le sue condizioni sanitarie.

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