Testimonianze: Viterbo – Ciao Max, occhi di chi vive nel buio

 

 

 

 

2imax_1VITERBO – Vogliamo raccontare e far raccontare una storia, la storia di Max, splendido labrador retriver, il cane guida di Elena Dominici, viterbese non vedente e presidente dell’Unione Italiana Ciechi della sezione di Viterbo. Max è scomparso il 30 ottobre del 2014 per una emorragia interna, aveva 9 anni e sette mesi. Dal 13 novembre 2006, ad un anno e otto mesi, da piccolo ma grande cucciolo iniziò ad essere gli occhi e la guida di Elena.

Ma lasciamo raccontare ad Elena la sua storia con Max, il suo fedele amico e compagno di sempre che ha lasciato nella sua vita un’immagine che mai potrà esser cancellata dal suo cuore.

“Sono Elena, eccomi qui, a raccontare la mia esperienza, la mia vita con Max, una vita che senza di lui, ora, non riesco più a vivere. Un fedele compagno che faceva parte di me, delle mie giornate allegre e di quelle tristi; una compagnia che c’era sempre, anche nei momenti e nelle situazioni più difficili; i miei occhi, insostituibili e attenti, protettivi e rassicuranti; la mia ombra, l’altra parte di me.

Ho perso la vista completamente nel 1997 e ho sempre usato il bastone o altre persone che mi accompagnavano, un giorno mi è venuta in mente l’idea di farmi accompagnare da un cane guida, sapevo l’indipendenza che poteva darti e ho voluto provare questa nuova esperienza.

Max proveniva dalla Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Scandicci, in provincia di Firenze, dopo aver mandato la richiesta per poter avere un cane guida ho atteso per circa un anno e mezzo il suo arrivo che dipendeva sia da quante cucciolate c’erano nel centro di Scandicci sia dall’addestramento che doveva esser fatto.

Mi ricordo che contavo i giorni, ero emozionatissima, era come se aspettassi l’arrivo di un bambino e preoccupazione e ansia non mi facevano dormire. Poi arrivò lui e tutto cambiò.

Max era maschio, color champagne gli occhi marrone cioccolato,  aveva il pelo sfumato ed aveva una linea di eye-liner nera sotto gli occhi, era un fantastico labrador retriver e divenne l’unico cane guida per non vedenti a Viterbo.
Insieme siamo andati alla scoperta della città, alcuni ristoranti e  bar l’hanno sempre accettato senza fare storie, altri hanno fatto storie non sapendo le leggi e l’aiuto che lui mi dava.

Girare per Viterbo non è semplice essendoci  i marciapiedi troppo stretti e diversi ostacoli da superare per poter camminare , come pali , cestini , buche, ma Max era fantastico riusciva a condurmi sempre con sicurezza e tranquillità. Agli inizi eravamo a Castiglione in Teverina e poi abbiamo iniziato la nostra avventura a Viterbo nel 2010. Più io e Max uscivamo da soli, e più imparavamo a conoscerci, sempre più in simbiosi e sempre più uniti. Max faceva  parte di me, era i miei occhi, passeggiavamo, viaggiavamo tanto.

Ogni volta che vedeva la sua guida con il guinzaglio arrivava tutto festoso e si faceva vestire pronto per una nuova avventura…. Non mi ha mai creato nessun problema di nessun genere, è sempre stato accanto a me in ogni situazione, con la sua presenza silenziosa e tanta dolcezza. Si è fatto ben accettare in qualsiasi posto siamo andati, anche nei posti dove inizialmente non era ben voluto in quanto cane, facendo ricredere il più delle volte il personale mostrando loro il suo irreprensibile comportamento di cane bene educato qual era, e la precisione del suo lavoro e il grande aiuto che mi dava. Max mi ha insegnato la gioia e il relax che una tranquilla passeggiata può regalare e mi dava la sensazione di essere come una qualsiasi persona vedente che passeggia con il suo cane, senza che dia spettacolo o problemi in nessun modo.

Di situazioni  da raccontare ce ne sarebbero tantissime, tra queste quando mi salvò la vita due volte, la prima  quando facevo un corso di medicina cinese a Firenze, come lavoro sono una fisioterapista all’ospedale del Belcolle, ricordo che eravamo un gruppo di cinque persone non vedenti ed avevamo sbagliato strada, ci siamo trovati in una strada a doppia circolazione a scorrimento veloce che terminava ad una corsia essendoci i lavori in corso, le macchine sfrecciavano ed era molto buio, ci siamo incamminati mano nella mano in fila indiana,  Max ci  ha guidato portandoci in salvo senza mai sbagliare. La seconda volta  ero da sola e lo stavo portando fuori per sporcare, quando all’improvviso, era sera verso le 22 , un signore ubriaco mi si è avvicinato con cattive intenzioni e Max si è messo in guardia a mia protezione, quando l’ubriaco mi si è avvicinato facendo dei complimenti un poco troppo particolari… il cane gli  è saltato addosso in mia protezione facendolo scappare.

Da quando Max è scomparso mi sento sola,  mi è rimasto il suo ricordo, la sua pettorina, le sue ceneri, Max resterà per sempre nel mio cuore.”

Continuando con questo articolo vogliamo immaginarci cosa avrebbe detto Max la prima volta che incontrò Elena.

“ Ciao, io sono Max, in quanto cane guida, sono un cane da lavoro e non costituisco una mascotte, non sono un cane da esibizione. Il mio comportamento e il modo in cui mi si deve trattare è totalmente differente e devo essere rispettato nella mia funzione di guida e fedele compagno della mia padrona, della mia Elena.

Quando guido la mia compagna io … Lavoro e mi è stato insegnato a concentrarmi mentre svolgo il mio compito. So che fuori dal mio ambiente domestico sono responsabile della mia vita e di quella della mia dolce amica. Svolgo un compito estremamente complesso in quanto in alcuni momenti dalla mia attenzione e dalla mia capacità di concentrazione può dipendere addirittura la mia vita e quella di Elena. Ragion per cui la mia padroncina ha il dovere di correggermi quando commetto degli errori che potrebbero risultare fatali.

Siete dunque pregati di non intervenire e non umiliare Elena accusandola di maltrattamento nei miei confronti. D’altronde anche voi venite ripresi dai vostri superiori quando nel vostro ambito lavorativo commettete degli errori.
Per favore, non toccarmi o accarezzarmi quando mi incontri mentre sto lavorando, cioè con i finimenti per la guida; questo significherebbe distrarmi dalla mia missione; la cosa più adeguata che puoi fare è ignorarmi, così svolgerò il mio lavoro perfettamente; non temere un cane guida come me; non ti farei mai del male.

Un cane guida come me, durante il lavoro ispira sicuramente tanta tenerezza; a molti verrebbe istintivo accarezzarmi. Se hai un cane, per favore tienilo sotto controllo, evitando che possa causare un incidente quando passa vicino a me e al mio padrone che accompagno.

Non offrirmi dolci o altri alimenti; il mio compagno bipede si incarica con cura della mia alimentazione in modo responsabile e con affetto; sono ben nutrito e ho orari prefissati per mangiare.

Quando ti rivolgi ad Elena che si fa accompagnare da un semplice cane guida come me, parla direttamente con lei e non con me. Se Elena si trova ad aver bisogno di aiuto, lo chiede; avvicinati dal lato destro, in modo che io rimanga alla sinistra; chiedi se ha bisogno di assistenza; se accetta, mi ordinerà che ti segua o ti chiederà che tu gli offra il braccio sinistro; lo prenderà e mi farà un gesto per indicarmi che sono temporaneamente a riposo.

Se Elena ha bisogno di indicazioni per dirigersi in un luogo, dagliele, cercando di fornirgliele nel modo più preciso e dettagliato possibile, ricordandoti sempre che non può vedere la gestualità e che quindi è necessario che tu ti esprima solo a parole.

Io, in virtù del mio rigoroso addestramento, sono abituato e ho il diritto di accedere e restare in qualsiasi tipo di edificio, sia sanitario che commerciale, come ristoranti o altri locali come supermercati, bar, cinema, teatri, luoghi di studio o di lavoro…, senza provocare alterazioni nel funzionamento dei medesimi e senza causare fastidi al personale o al pubblico.

Macchine e motorini parcheggiati sui marciapiedi costituiscono un ostacolo insormontabile per la coppia cieco-cane che può essere costretta per questi atti di inciviltà a deviare il proprio percorso scendendo dal marciapiede per poi riprenderlo dopo aver aggirato l’ostacolo. Ciò in molti casi può divenire pericoloso.

Vi ringrazio, vostro Max. “

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